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  • Immagine del redattoreFrancesco Zingoni

CINA: a che punto siamo?


Dopo un 2022 difficile per le azioni dei mercati emergenti (ME), pare molto probabile una loro ripresa nel 2023. Oltre alle interessanti valutazioni relative alle azioni dei mercati emergenti rispetto a quelle dei mercati sviluppati, abbiamo individuato tre cicli che potrebbero determinare la ripresa delle azioni dei ME e dare loro slancio il prossimo anno:

  1. performance delle azioni cinesi;

  2. deprezzamento del dollaro USA;

  3. ripresa del settore dei semiconduttori.

Prevediamo, dunque, un solido rimbalzo dei mercati azionari di Cina, Taiwan e Corea del Sud nel 2023. Questi Paesi rappresentano rispettivamente oltre il 50% dell’indice MSCI ME e il 60% dell’indice Asia ex Giappone.


Come la Cina sta gestendo gli effetti della “coda” della pandemia?


La Cina continua a seguire una rigorosa politica “zero-COVID” che prevede la chiusura di edifici, distretti o addirittura intere città, al fine di contenere la diffusione del covid. Nonostante questa politica abbia funzionato bene nel 2020, consentendo una rapida eradicazione del virus, ora la situazione è più problematica dato che le ultime varianti di covid sono significativamente più contagiose e quindi più difficili da contenere. È indubbio che la politica abbia apportato benefici dal punto di vista della salute pubblica, con tassi di infezione e mortalità estremamente bassi. Tuttavia, nell’ultimo anno tale politica ha inflitto un impatto significativo sull’attività economica, poiché intere città sono entrate in lockdown. Sebbene si ritiene che il governo continuerà a perseguire questa politica in futuro, è chiaro che ora ci sia più sensibilità all’impatto sull’economia reale. Si sta assistendo ad una politica più “leggera” che non comporterà blocchi di intere città e non limiterà la circolazione di merci o persone. Siamo dell’idea che man mano che le restrizioni politiche si allenteranno, assisteremo ad una normalizzazione dell’attività economica (come successo nel 2020, quando i blocchi si sono conclusi) poiché le imprese riprenderanno a investire e i consumatori a spendere. Lo abbiamo già visto a giugno quando la spesa dei consumatori è aumentata e le aziende hanno iniziato a investire in progetti futuri (tra cui Tesla che raddoppia la capacità del suo stabilimento di Shanghai a 1 milione di veicoli e BMW che apre la sua più grande fabbrica di auto elettriche nella città di Shenyang).


Quali sono le prospettive per l’economia cinese?


L’economia cinese si trova in una inusuale posizione in quanto il suo ciclo economico di politica monetaria e di politica fiscale non si muove di pari passo rispetto a quelli di Stati Uniti ed Europa, gli altri due poli principali dell’economia globale. Mentre la maggior parte dei paesi sta combattendo l’inflazione, la Cina ha il vantaggio di avere un ambiente inflazionistico basso. Ciò è dovuto al fatto che la Cina è stata abbastanza cauta nel 2020 con gli stimoli monetari e fiscali, che ha rapidamente ritirato nel 2021. Il paese mantiene un enorme valore strategico di riserve alimentari (si stima che metà delle riserve mondiali di grano, riso e soia siano in Cina) e sebbene sia il più grande importatore mondiale di petrolio e gas naturale, con il passaggio ai veicoli elettrici, alla produzione di energia rinnovabile e al fatto che la maggior parte dell’elettricità è generata dal carbone nazionale, l’impatto dei prezzi dell’energia è stato inferiore rispetto ad altri paesi. In un ambiente inflazionistico favorevole, la Cina è l’unica grande economia al mondo che può effettivamente abbassare i tassi di interesse e aumentare la liquidità, il che è positivo dal punto di vista economico e dei prezzi delle attività. Il più grande ostacolo all’economia nell’ultimo anno è stata la politica “zero-COVID” che ha limitato l’attività economica. Si ritiene che questa politica verrà lentamente allentata e che quindi si assisterà ad un miglioramento sia della produzione che della spesa dei consumatori. I consumatori cinesi detengono ora un record di 112.000 miliardi di RMB (16.500 miliardi di euro) di depositi: siamo pertanto fiduciosi di poter assistere a una significativa ripresa dei consumi.


In che modo fattori esogeni possono incidere sul percorso di crescita della Cina?


Mentre i mercati emergenti, come la Cina, possono essere volatili in tempi normali, questa volatilità può essere amplificata da eventi globali inaspettati. Come abbiamo visto quest’anno, l’invasione russa dell’Ucraina (evento inaspettato), ha avuto un impatto sia sull’economia globale (attraverso l’aumento dell’inflazione) sia sui mercati globali (attraverso una generale avversione al rischio). Sebbene la Cina sia stata economicamente più immune all’impatto della guerra in Ucraina, l’incidenza sui mercati è stata molto grave e ciò è stato in gran parte dovuto alle preoccupazioni geopolitiche che la Cina si stesse rifiutando di condannare o sanzionare la Russia e che fosse in qualche modo coinvolta nella guerra e a sua volta sanzionata. Un altro esempio è rappresentato dalle recenti tensioni a cui abbiamo assistito nello stretto di Taiwan dopo la visita della Presidente della Camera negli Stati Uniti, Nancy Pelosi ed alle conseguenti esercitazioni militari da parte dell’esercito cinese. Eventi di questo tipo aumentano la percezione del rischio e tendono ad aumentare la volatilità nel breve termine, ma finché i fondamentali non vengono influenzati l’impatto nel lungo termine rimane invariato. Questo tipo di elevata percezione del rischio tende ad aumentare la volatilità nel breve termine, ma finché i fondamentali non vengono influenzati, l’impatto a lungo termine rimane invariato. Un altro fattore che ha avuto un impatto sui mercati nell’ultimo anno è stato il declassamento del settore tecnologico in Cina, che unito alla mancanza di informazioni e prospettive di questa repressione, ha notevolmente inasprito il sentimento degli investitori nei confronti del settore, ma allo stesso tempo ha portato a valutazioni estremamente basse.


Come implementare queste idee di investimento nei portafogli?


Ogni volta che ci sono fattori esogeni negativi inaspettati, il mercato tende ad avere una percezione esagerata del rischio rispetto agli effettivi impatti sui fondamentali. Ciò è accaduto nel primo trimestre di quest’anno, poiché la continua repressione del settore tecnologico, unita all’inizio della guerra in Ucraina, ha causato una caduta significativa del settore tecnologico cinese. A differenza dei principali indici e dei nostri concorrenti, il settore tecnologico è sempre stato sotto ponderato nel portafoglio di AZ Fund 1 - AZ Equity - China, perché abbiamo pensato che le valutazioni fossero troppo alte date le prospettive di crescita di queste società. Con il settore tecnologico a marzo che è sceso al valore più basso in assoluto e con riferimento alle valutazioni tecnologiche statunitensi della storia, abbiamo approfittato della situazione e abbiamo iniziato ad accumulare aggressivamente il settore. Questo è stato un classico caso di accumulazione di ottimi asset a valutazioni basse, ignorando i rumors e le voci di mercato. Data la notevole volatilità settoriale, è stato importante mantenere quindi un certo livello di stabilità nell’allocazione all’interno dei portafogli, in quanto cercare di inseguire le tendenze a breve termine (che si possono invertire rapidamente) potrebbe essere potenzialmente dannoso per il portafoglio.



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