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  • Immagine del redattoreFrancesco Zingoni

L'Italia s'è desta


“Gli italiani, se ci si mettono di picca, non muoiono neanche se li ammazzano". (Giovannino Guareschi)

In una precedente e-news sono stati trattati nel dettaglio il funzionamento e i progetti del PNRR: ma quali sono gli impatti a medio e lungo termine sugli investimenti in Italia?

Gli impatti del PNRR sono sia diretti che indiretti, la maggior parte durerà per molto tempo e potrebbe cambiare l'opinione degli investitori sull'Italia

  1. Impatto indiretto: per avere diritto all'erogazione continua dei fondi da parte dell'UE, il Parlamento ha una finestra temporale molto stretta approvare le riforme chiave (giustizia, concorrenza, PA e riforma fiscale), l'UE chiede queste riforme da anni, ma nessun governo è stato mai in grado di attuarle fino ad ora. Nonostante i partili euroscettici guardino alI'Italia sempre con occhio critico, un altr effetto indiretto del PNRR riguarda l'erogazione di 80 miliardi di euro, ovvero il 40% di tali fondi, solto forma di sovvenzioni (non debito);

  2. Impatto diretto: il piano si concentrerà sugli investimenti pubblici, che negli anni passati sono stati tagliati quasi a zero. Tra i pilastri del governo italiano: 40 miliardi di euro dei fondi del PNRR saranno destinati alla "Digitalizzazione e innovazione" mentre un totale di 85 miliardi di euro saranno destinati alla "Rivoluzione verde" e alle "Infrastrutture per la mobilità sostenibile". Nel complesso, gli investimenti diretti dovrebbero ridurre l'alto tasso di disoccupazione ad un livello che si aggira intorno al 6% (ora al 10%).

I fattori sopra elencati apriranno la strada a una crescita sostenuta del PIL (cioè al di sopra dei livelli storici) e a lungo termine. Invece di essere costretta a tagliare gli investimenti per soddisfare i requisiti di Debito/PIL imposti dal Patto di Stabilità l'Italia potrà entrare con successo in un circolo virtuoso che agisce sul denominatore di tale formula.

Viene spontaneo chiedersi quanto abbia influito l'arrivo di Mario Draghi sul contesto macroeconomico italiano.

Sono almeno tre i fattori legati al governo di Mario Draghi che hanno influenzato la crescita del PIL italiano nell'ultimo trimestre (+2,7% rispetto al periodo precedente, uno dei più forti di

sempre):

  1. Velocità: nel mese di maggio e giugno la campagna di vaccinazione ha portato a una rapida accelerata alle vaccinazioni; ad oggi, la percentuale di vaccinati in Italia è tra le più alle in Europa ed ha portato ad una riapertura delle attività economiche più veloce del previsto. Inoltre, i cosiddetti "ristori" sono stati finalmente implementati con una portata ampia, garantendo l'erogazione di liquidità di emergenza alle PMI ed evitando fallimenti. La crescita del PIL prevista per il 2021 è stata rivista al rialzo, ora al 5 7% e dovrebbe rimanere al 4, 2% anche per il 2022;

  2. Politica: il governo Draghi è sostenuto da una vasta maggioranza dei partiti politici, il che ha permesso una rapida azione con poche interferenze politiche e ha ricevuto un grande sostegno anche da parte dei cittadini. Di conseguenza, l'indice di fiducia dei consumatori è al livello più alto di sempre, come nel 2001;

  3. Europa: dopo un decennio di duopolio da parte di Germania e Francia, l'Italia - grazie a Draghi e alla sua indiscutibile posizione - sta diventando una controparte credibile nel panorama politico europeo. L'italia è stata tra i primi paesi a far approvare dall'UE il suo PNRR nazionale.

Dunque l'Italia è finalmente tornata sul radar degli investitori internazionali?

Decisamente si, sia negli investimenti diretti che in quelli finanziari. Alcuni esempi: la questione dell'iter giudiziario italiano, 2 volte più lungo rispetto ad altri paesi UE, sarà affrontato nella riforma della Giustizia; le lunghe e complicate regole burocratiche saranno affrontate nella Riforma della PA, dal Decreto Semplificazioni e dalla Legge sulla Concorrenza. Liberi da stratificazioni, gli investitori potranno concentrarsi (solo) sui contenuti tecnologici e sull'eccellenza dei prodotti delle PMI italiane. Diversi sviluppi stanno già prendendo forma in questo ambito. Da quando Draghi è diventato primo ministro 11 PMI italiane quotate in borsa sono state acquistate da attori di mercato italiani e internazionali. Il settore immobiliare italiano sta attraendo considerevoli investimenti, Hines, ad esempio, sta progettando di rinnovare completamente la Torre Velasca a Milano.

I BTP (titoli di stato italiani), che rappresentano un barometro di fiducia per gli investitori stranieri, si sono ridotti a circa 100bps ad agosto 2021 rispetto ad oltre 200bps nel 2018-2019. Guardando il mercato azionario, l'Italia ha perso terreno rispetto agli altri Paesi UE: i costituenti italiani dell'indice azionario mondiale di Bloomberg sono 32 nel 2021 (0,52%), in calo rispetto ai 69 del 2016 (2,2%). Una maggiore sicurezza di visibilità in Europa permetterebbe ai gioielli italiani di perseguire offerte pubbliche iniziali in Italia che presenta un grande deficit da colmare in termini di prezzi, volumi e valutazioni rispetto alle altre borse europee.

Come implementare dunque tutto questo all'interno del proprio portafoglio d'investimenti?

Tutti i segmenti del mercato italiano beneficeranno di una maggiore fiducia nella crescita italiana, nelle prospettive e nel successo delle riforme chiave. Le 40 maggiori società incluse nel FTSEMIB (IntesaSanPaolo, Eni, Enel, Generali, Azimut, ecc.) rappresentano più dell'85% della capitalizzazione di mercato totale di Borsa Italiana, ma solo il 12% del totale dei titoli quotati.

L'attenzione dovrebbe focalizzarsi sull'universo di investimento oltre l'indice FTSE MIB: più di 250 aziende con grandi opportunità di crescila e valutazioni non impegnative. Quando si investe in una società italiana, bisogna analizzare attentamente la sostenibilità della crescita futura, le capacità di aumentare i margini e il ritorno per tutti gli stakeholder, considerando anche il profilo ESG. Nell'universo della piccola e media capitalizzazione, possiamo trovare la maggior parte dei "Campioni Italiani" ovvero aziende nate in Italia che hanno sviluppato un prodotto italiano e sono in grado di venderlo sia sul mercato nazionale che su quello globale. Il più delle volte queste aziende sono leader di una nicchia di mercato, con un alto rendimento e un forte vantaggio competitivo. Investire in aziende italiane significa anche investire a fianco di imprenditori che vogliono essere quotati in borsa per raccogliere capitali per crescere, attrarre un management qualificato ed essere più trasparenti con i propri clienti e fornitori.

Come farlo? Attraverso AZ Equity - Italian Long Term Opportunities. Perchè? Per avere accesso all’investimento in aziende di piccole e medie dimensioni di elevata qualità (ma sottovalutate) che più rappresentano il tessuto industriale italiano; per intercettare i trend di mercato che caratterizzano e caratterizzeranno il tessuto imprenditoriale italiano; per «comprare tempo», necessario per far crescere le eccellenze italiane Per investire in imprenditori con una visione di lungo periodo e in manager di grande esperienza. Il mercato italiano è caratterizzato da: poche aziende (40) con una market cap elevata (oltre 570bln €) tante aziende (300) con una market cap contenuta (quasi 130 bln€).

Negli ultimi mesi sono state lanciate oltre 10 offerte pubbliche di acquisto sul mercato italiano. Nella maggior parte dei casi sono state lanciate da player industriali, evidenziando l’elevata qualità delle aziende. In media il premio riconosciuto è stato di oltre il 55% rispetto ai prezzi dei tre mesi precedenti.

Esempi di aziende target:


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