Leggilo prima: iscriviti alla newsletter
"L'investitore intelligente è un realista che compra dai pessimisti e che vende agli ottimisti.” (Benjamin Graham)
Il comportamento irrazionale è all'ordine del giorno.
Con i giusti strumenti i momenti di ribasso (queste situazioni rimangono inevitabili ma non dovrebbero spaventare più di tanto: è possibile vedere perchè qui) risultano essere in realtà delle interessanti occasioni di ingresso: gli strumenti e la "disciplina" (basta seguire le regole d'oro degli investimenti), determinano il risultato finale dell'operazione.
Si sa, il genio per definizione è colui che non viene compreso. E quando si tratta di investire in alcune società, non tutti comprendono le scelte di Warren Buffett. Ma dopo qualche anno, tutti finiscono per dargli ragione.
Buffett, nato nel 1930 a Omaha, è oggi il sesto uomo più ricco al mondo con una ricchezza stimata di $87 miliardi. Di questi, $85,8 miliardi sono cristallizzati in partecipazioni azionarie nella sua Berkshire Hathaway. L’Oracolo di Omaha (così è chiamato Buffet) è famoso per andare contro il mercato azionario: quando gli investitori sono “avidi”, e quindi le valutazioni di un asset sono alte, Buffett è prudente; al contrario, quando gli altri sono “timorosi”, se scova un’opportunità, investe nelle giuste società. In sostanza, è un investitore concentrato sul valore intrinseco di un’azienda: se essa può contare su un marchio solido e su clienti fedeli, allora per Buffett può rappresentare un ottimo affare.
A 32 anni Buffett scoprì un’azienda tessile del New England chiamata Berkshire Hathaway. Nonostante fosse sull’orlo del fallimento, sembrava esserci una visione commerciale di lungo periodo e dei buoni asset, e così iniziò ad acquistarne azioni al prezzo di $7,60. Nel 1965 ne assunse il controllo, indirizzando il suo business verso il settore degli investimenti. La prima grande partecipazione azionaria della nuova holding fu la compagnia di assicurazioni GEICO, a cui fecero seguito numerosi investimenti tra cui quello in Coca-Cola nel 1988, ancora oggi presente tra gli asset della Berkshire.
Oggi Buffett è CEO della Berkshire, la quale vanta una capitalizzazione di mercato di $539 miliardi.
Per i catastrofisti ci sarà sempre un motivo per vendere: ma storicamente come sarebbe andata?
COSA STA SUCCCEDENDO IN BREVE:
- paura dell’inflazione e rialzo dei tassi;
- conflitto tra Russia e Ucraina;
- vendita dei retail trader.
Da tempo la FED ha annunciato che nel 2022 alzerà i tassi di interesse per contrastare l’inflazione. Quando questi aumentano, cresce anche il prezzo dei prestiti nella valuta nazionale che guadagna valore sui mercati. Ma cosa sono i tassi di interesse? I tassi di interesse delle banche centrali sono il principale strumento di politica monetaria utilizzato, concorrendo a fissare le condizioni dei prestiti delle banche centrali a quelle private. L’aumento dei tassi di interesse può impattare sull’attività economica di molte società. In caso di un incremento, la domanda di credito scende e quindi i consumatori preferiscono risparmiare piuttosto che spendere: ciò impatta sul business delle aziende e di conseguenza sul loro prezzo in Borsa.
Le crescenti tensioni tra Russia e Ucraina hanno inoltre alimentato le possibilità di un conflitto in Europa. Questo clima di incertezza spinge molti operatori di Borsa a ridurre l’esposizione sui mercati, vendendo alcune delle loro posizioni.
Nella giornata di lunedì 24 gennaio gli investitori retail (cioè, per semplificare, gli investitori che si muovono sui mercati in maniera autonoma) hanno venduto azioni per $1,36 miliardi, la maggior parte nella prima ora di contrattazioni. Questo è un comportamento tipico dei piccoli investitori che agiscono d'impulso durante le fasi movimentate di mercato.
COSA POTREI FARE:
- considerare il mio orizzonte temporale;
- inserire investimenti nei mercati privati (scopri come);
- aumentare la diversificazione dei miei investimenti;
- approfittare dei momenti di volatilità.
Stiamo entrando nel 2022 con valutazioni in tutte le asset class che sono generalmente superiori a quelle medie storiche. È un contesto che abbiamo già vissuto negli ultimi anni e, in una situazione del genere, i consigli sono sempre gli stessi.
In primo luogo, è necessario estendere l’orizzonte temporale dei nostri investimenti, considerando anche gli investimenti sui mercati privati. In secondo luogo, dovremmo concentrarci sulle asset class che offrono i rendimenti relativi più elevati, e con miglior rapporto rischio/rendimento. Dobbiamo inoltre essere disciplinati nel tenere sotto controllo le emozioni, specialmente in caso di forti aumenti della volatilità. In aggiunta, essere in grado di trarre profitto dagli episodi correttivi, se si manifesteranno, incrementando l’esposizione all’asset class e/o ai mercati con i rendimenti attesi più promettenti. Infine, un’adeguata diversificazione del portafoglio sarà molto importante per aiutare a mitigare la volatilità dei rendimenti di portafoglio.
Nonostante valutazioni piuttosto elevate, la dispersione (il divario tra la parte più costosa e quella più economica del mercato) è a livelli record. Ciò significa che nei mercati è possibile trovare titoli con valutazioni più attraenti. Ad esempio, gli asset dei mercati emergenti, sia azionari che obbligazionari, hanno ampiamente sottoperformato i mercati sviluppati e trattano a sconto.
Vogliamo inoltre ricordare che durante un periodo di inflazione superiore alla media, le azioni tendono a sovraperformare le obbligazioni. Le azioni possono soffrire di episodi di volatilità, ma è più probabile che recuperino più rapidamente poiché il loro valore di mercato dipende dai ricavi e dagli utili che sono espressi in termini nominali. Le obbligazioni, invece, possono incorrere in perdite permanenti in termini reali. Ciò non significa che dobbiamo preoccuparci della componente obbligazionaria dei nostri portafogli, ma che è necessario farlo investendo in strumenti in grado di gestire attivamente i rischi di duration e spread-duration.
Comments